Per Nietzsche la volontà è una connotazione dell’essere stesso, e l’aggiunta del termine “potenza” non indica l’aggiunta di un ulteriore attributo alla volontà, ma chiarisce qual è l’essenza di questa volontà. Infatti volere significa innanzitutto comandare. La volontà di potenza è una forza che spinge l’uomo, e tutti gli esseri, a ricercare perennemente il potenziamento individuale, la spinta a superare sé stessi ed andare oltre.
Questa volontà non consiste nel mero istinto di sopravvivenza, e si differenzia dalla volontà di Schopenhauer proprio per il fatto che non si tratta solo della volontà di vivere, ma volontà di potenziarsi, ottenere un vantaggio, accrescere le proprie capacità ed affermare sé stessi.
Infatti la sopravvivenza passa in secondo piano rispetto alla prospettiva di potenziamento, per Nietzsche si deve anche rischiare la vita pur di ottenere il potenziamento desiderato, ed è sempre preferibile perdere la vita tentando di potenziarsi, piuttosto che non fare nulla e non seguire la volontà di potenza.