
Il tacchino induttivista
Il tacchino induttivista è una celebre metafora raccontata da Bertrand Russell allo scopo di portare alla luce le problematiche del metodo induttivo, molto utilizzato al suo tempo (primi del 1900).
Anche Karl Popper, come già precedentemente Hume e poi Russell, criticava il metodo induttivo, e faceva notare come non sia possibile arrivare ad una conoscenza scientifica certa partendo da casi particolari (vedere 10 cigni bianchi) per ricavare una legge universale (affermare che tutti i cigni sono bianchi), perché tale legge non si potrebbe dimostrare definitivamente in modo certo.
Il metodo deduttivo, invece, procede nel senso inverso, ovvero osserva il generale per giungere a casi particolari. Ad esempio, tramite la deduzione, si potrebbe dire che tutti gli essere umani respirano, e se tu che stai leggendo sei un essere umano, allora respiri.
Popper rivoluziona il metodo deduttivo introducendo il principio di falsificabilità. Egli afferma che una teoria per essere scientifica deve essere falsificabile, ovvero deve essere possibile fare almeno un esperimento che possa dimostrare l’erroneità della teoria. Questo perché non esiste un numero sufficiente di esperimenti a verifica della teoria che possano confermarla definitivamente, mentre invece basta un solo esperimento per dimostrare che la teoria è errata.
Come diceva anche Einstein:“Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato”. Infatti Popper, per elaborare il principio di falsificabilità, si ispirò proprio al metodo utilizzato da Einstein per dimostrare che la sua teoria della relatività fosse valida, ovvero quello di andare alla ricerca di esperimenti che potessero confutarla definitivamente e sfidando tutti a compiere questi esperimenti cercando di confutare la teoria. Non fu mai confutata.
Per fare un esempio di come viene applicata la falsificazione, se prendiamo una teoria chiamata A dalla quale deduciamo B, se riusciamo a dimostrare che B è falso, allora anche A è falso di conseguenza. Una teoria più riesce a resistere a tentativi di falsificazione, più può essere considerata “affidabile”, ma mai ineluttabilmente vera. Infatti per Popper non è possibile dimostrare in modo assoluto che le nostre teorie siano vere, al massimo si può dire quale teoria sia più affidabile di un’altra e quale resiste a più tentativi di falsificazione, ma può sempre arrivare una teoria o delle scoperte in grado di confutare anche la teoria più affidabile. Dunque sotto questo nuovo punto di vista, la conoscenza scientifica perde quella sua caratteristica di elargire certezze assolute, ed acquisisce una validità probabilistica, seppur affidabile, in continua evoluzione.
«L’inconfutabilità di una teoria non è un pregio, bensì un difetto. Ogni controllo genuino di una teoria è un tentativo di falsificarla, o di confutarla. La controllabilità coincide con la falsificabilità; alcune teorie sono controllabili, o esposte alla confutazione, più di altre; esse per così dire, corrono rischi maggiori.» –K. Popper, Filosofia e pedagogia dalle origini a oggi |
Tutt’oggi il metodo scientifico utilizzato è rimasto questo, ed il principio di falsificabilità demarca anche il confine tra ciò che viene considerato come Scienza e ciò che non lo è. Infatti Popper critica il Marxismo e la Psicoanalisi come false scienze, proprio perché non possono essere falsificate. |
Il tacchino induttivista è una celebre metafora raccontata da Bertrand Russell allo scopo di portare alla luce le problematiche del metodo induttivo, molto utilizzato al suo tempo (primi del 1900).
Dire che ogni effetto è un evento distinto dalla sua causa, significa dire proprio che è l’uomo ad attribuire ai fenomeni la relazione di causa ed effetto, che altrimenti sembrerebbe non esserci.
© COPYRIGHT – FILOSOFIA CONTEMPORANEA
copiare i contenuti presenti su questo sito è espressamente vietato secondo la legge sul copyright ai sensi delle legge 633/1941/2019 sul diritto d’autore.
Powered by Spacelions