La libertà di pensiero e di discussione

John Stuart Mill nel suo saggio “La Libertà di Pensiero e di Discussione” dice che è di vitale importanza permettere la diversità e la libertà di espressione delle opinioni, qualunque esse siano. Nessuno, né tantomeno la politica, dovrebbe avere il diritto di negare la loro espressione. Non importa se l’opinione sia vera o falsa, appartenente ad un intellettuale o un contadino, limitare la sua espressione significherebbe precluderci la possibilità d’imparare qualcosa.

“Impedire l’espressione di un’opinione è un delitto particolare, in quanto significa derubare l’intera umanità, tanto i posteri quanto la generazione esistente, coloro che dissentono da essa ancor di più di coloro che la condividono.”

Le opinioni che si vogliono ridurre al silenzio, di solito sono quelle in contrasto con l’ortodossia dominante, ovvero quelle che dicono cose diverse da ciò che la maggior parte delle persone ritiene vero. Ci dice Mill che nessuno ha l’autorità di limitare l’espressione di un’opinione ritenuta falsa, perché questo significherebbe presumere l’infallibilità della propria opinione. Attraverso degli esempi storici possiamo capire come in realtà gli esseri umani non sono affatto infallibili, infatti in ogni epoca si credono a delle verità che vengono puntualmente confutate dall’epoca successiva. 

Due esempi storici famosi in cui i sostenitori dell’opinione dominante hanno messo a tacere l’opinione contrastante, sono gli esempi di Socrate e Cristo. Socrate è stato riconosciuto da tutti i più grandi pensatori come maestro, guida e modello da seguire, ciononostante venne condannato a morte dai suoi concittadini per empietà ed immoralità, perché non credeva nelle divinità e “corrompeva la gioventù” con i suoi discorsi. Cristo non ebbe una fine migliore, siccome non solo non fu riconosciuto come il messia mandato dall’onnipotente, ma venne considerato come un calunniatore blasfemo, e per questo condannato a morte.

Dunque le opinioni umane, tutt’altro dall’essere infallibili, si rivelano spesso false o errate in qualche punto. Per questo motivo, nel semplice caso in cui l’opinione che si vuole mettere a tacere sia vera, ci si priva dell’opportunità di scambiare l’errore con la verità. Mentre se l’opinione è falsa, perdiamo comunque un grande beneficio, ovvero quello di vedere rafforzata la nostra verità scoprendo eventuali nuove prospettive dalle quali può essere osservata o messa in discussione.

L’unico modo in cui un uomo può tentare di conoscere un argomento nella sua completezza, è quello di ascoltare quanto può essere detto su di esso da sostenitori di ogni tipo di opinione, e di studiare tutti i modi in cui può essere considerato da ogni punto di vista.

La libertà di pensiero e discussione può esserci solo accettando il fatto di non essere infallibili e di non avere la verità assoluta, mettendo quindi in discussione le nostre verità e sottoponendole ad una prova di confutazione. Noi esseri umani abbiamo la caratteristica esclusiva di poter rettificare i nostri errori attraverso la discussione e l’esperienza, ma la discussione resta sempre necessaria anche laddove c’è l’esperienza, perché ci permette di interpretarla meglio e scoprire se l’opinione che ci siamo fatti sia giusta o sbagliata.

Questo modo di discutere ci spinge verso la saggezza, perché non si può mai essere completamente sicuri della validità delle proprie opinioni; infatti le opinioni devono a loro volta essere opinabili per essere utili e non bisognerebbe circondarsi solamente di persone che “parteggiano per opinioni comunemente accettate”, altrimenti non si arricchirebbe mai la nostra prospettiva sulle cose. I grandi pensatori si contraddistinguono per il fatto di riuscire a riflettere autonomamente assumendosi il rischio di poter sbagliare, ed aprendosi alla possibilità di poter imparare dagli errori. Infatti la verità guadagna molto di più da questo atteggiamento attivo piuttosto che dalle opinioni vere di chi accetta incondizionatamente una verità per risparmiarsi la fatica di pensare.

Il libero pensiero e la libera discussione sono strumenti per giungere alla verità slegandosi dalle proprie credenze, al contrario di come fanno ad esempio i cristiani che si riuniscono attorno ad un’opinione credendola vera anche quando non conoscono nemmeno il fondamento sul quale poggia, “non riuscendo a difenderla neanche dalle obiezioni più superficiali”. Infatti da qui nasce il concetto di dottrina, dove l’opinione è accettata da tutti non perché discussa, ma perché ereditata.

Infine Mill costruisce 4 regole per un buon dialogo fondato sulla “libertà di pensiero e di discussione” delle opinioni.

  1. Non ridurre al silenzio l’opinione, negarla vorrebbe presumere di essere infallibili.
  2. Anche se l’opinione messa in silenzio è errata può comunque contenere una parte di verità e quindi solo confrontando le varie opinioni possiamo scoprire una verità totale. 
  3. Una verità effettiva, se non contestata verrà introdotta come un pregiudizio e non verrà né compresa né percepita come una verità razionale da chi la sente. 
  4. L’opinione indiscussa che diventa dottrina rischia di perdere il suo significato, ed il suo effetto vitale sulla condotta. Occupando lo spazio di una verità assoluta, rischierà di sopprimere il nascente dibattito fondato sulla razionalità e sull’esperienza.

“Fin quando gli uomini sono costretti ad ascoltare entrambe le parti, c’è sempre una speranza; è quando si presta attenzione a una parte soltanto, che gli errori si cristallizzano in pregiudizi e la stessa verità cessa di produrre i suoi effetti perché il fatto di essere stata esasperata la rende falsa.”

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