
Principio di piacere e Principio di realtà
Questi due principi sono i percorsi da seguire per il raggiungimento dei propri obiettivi, e dunque del piacere.
Inizialmente freud aveva teorizzato, in quella che chiamò “Prima Topica“, che la psiche umana fosse divisa in tre zone: Inconscio, Preconscio, Conscio. Ognuna di queste zone possiede delle caratteristiche differenti ed una funzione specifica all’interno della psiche.
L’Es
Il termine è un pronome di terza persona singolare neutro della lingua tedesca, e viene scelto per sottolineare proprio la natura indeterminata di quella struttura psichica. L’es infatti è la componente psichica delle pulsioni umane, degli istinti primordiali, e di tutte le energie grezze da cui l’uomo è influenzato fin dalla nascita, non determinate dall’ambiente esterno, ma tramandate per evoluzione della specie.
Nell’es risiedono anche i contenuti psichici rimossi dalla coscienza tramite il processo di rimozione, ovvero quei contenuti che non rispecchiano le esigenze dell’io o super-io, e questo lo rende un territorio selvaggio, popolato da pulsioni contrastanti, senza leggi logiche che lo governano e privo di giudizi.
Identificandosi nel luogo inconscio della psiche, l’unica legge lo governa è il Principio di piacere, ovvero la spinta a soddisfare qualsiasi bisogno e pulsione in maniera immediata, irrazionale, e senza la considerazione dei fattori spazio-temporali.
L’Io
L’Io nasce dall’Es, ma a differenza di quest’ultimo, ha una natura cosciente che viene plasmata dal mondo esterno, la sua funzione è quella di tenere a bada l’es allo scopo di stabilire un equilibrio e di canalizzare le energie nel verso giusto.
L’Io deve riuscire a trovare il modo di soddisfare le esigenze pulsionali dell’Es, selezionando quelle che possono essere appagate nel mondo reale, in cui esistono delle norme e delle leggi da rispettare, e rinunciando a quelle che non possono essere soddisfatte nell’immediato, optando magari per una soluzione a lungo termine più conveniente.
In sostanza questo attore deve conoscere il mondo in maniera logica, cosciente, attraverso il linguaggio e la comunicazione, attraverso i vari sensi, e deve stare sempre vigile per obbedire a quello che Freud chiamò Principio di realtà, ovvero il tenere conto dei limiti imposti dal mondo reale, per il soddisfacimento dei propri bisogni, e dei fattori spazio-temporali.
Quando l’Io viene sopraffatto dagli altri due attori, ovvero il super-io e l’es, si può sviluppare nell’individuo una nevrosi, che sarebbe la manifestazione di un conflitto inconscio irrisolto.
Super-io
Il Super-io (originale tedesco Über-Ich) o dal latino Super-ego, è una sorta di giudice interiore, un censore morale, che si occupa di far rispettare tutti gli schemi di valori, divieti, convinzioni, norme comportamentali e le varie forme di distinzione tra bene e male, giusto e sbagliato, instillate dall’ambiente socio-culturale nel quale siamo cresciuti, ed in primis dai genitori.
A detta di Freud: «È una sorta di censore che giudica gli atti e i desideri dell’uomo».
Ovviamente la necessità di rispettare tutti questi codici comportamentali rende molto difficile e limitato l’appagamento dei bisogni dell’es, infatti il ruolo del super-io è proprio quello di censurare tutti i bisogni dell’es ritenuti inopportuni o inadeguati, secondo il proprio sistema di valori, per la soddisfazione sul piano reale per mezzo dell’io.
La natura del super-io è in parte conscia e in parte inconscia, ed è la parte più rigida dell’intero sistema, infatti il dover rispettare delle norme imposte dagli altri può portare ad un senso di angoscia ed oppressione, nonostante il super-io svolga comunque delle funzioni positive di mediazione tra i bisogni dell’es e dell’io.
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