
Principio di piacere e Principio di realtà
Questi due principi sono i percorsi da seguire per il raggiungimento dei propri obiettivi, e dunque del piacere.
Il Principe o sui principati di Machiavelli è considerato uno dei più importanti classici del pensiero cinquecentesco, pubblicato postumo nel 1532. Machiavelli lo scrive presumibilmente tra il 1513/14 e lo dedica a Lorenzo dei Medici duca di Urbino, fatto che si può dedurre dall’interpretazione dell’ultimo capitolo dove è necessaria secondo Machiavelli l’urgenza di trovare qualcuno, appunto “un principe”, che sia in grado di riunificare l’Italia sotto l’egida di un solo ed unico principato, cioè quello dei medici.
Composto da 26 capitoli, l’opera di Machiavelli racconta come il principe, cioè colui che governa da solo il principato, deve saper asservire il potere attraverso la propria virtù cogliendo le opportunità, ma prestando molta attenzione nel farlo perché come le opportunità potrebbero portare al successo, allo stesso modo potrebbero portare alla disfatta, che è sempre il pericolo dietro l’angolo, e far “Ruinare” cioè fallire il principe.
“È meglio essere temuti che amati se non si può essere entrambi”.
Il motivo è che l’amore è un sentimento instabile, mentre il timore è più duraturo. In altre parole, se un governante si fa amare dal suo popolo, ma poi perde il suo potere, perderà anche l’amore del popolo. Se, al contrario, il governante è temuto, sarà più difficile per i suoi nemici sfidarlo e per il popolo ribellarsi contro di lui. L’obbiettivo finale del principe è la conquista e il mantenimento del potere, Machiavelli stesso fa degli esempi storiografici per guidare il lettore su quali furono i motivi che portarono alla disfatta molti condottieri e uomini di potere come Gerolamo Savonarola, ma anche esempi di successo come Ferdinando di Aragona, fino a propri e veri ruoli inventati da lui come i profeti “armati” e quelli “disarmati”. Machiavelli non mancò di specificare in che modo il principe deve condurre la battaglia, quando farlo con le “proprie armi” – ovvero utilizzando le risorse e le capacità interne del proprio stato – o con le “armi altrui” – affidandosi a forze esterne come truppe mercenarie.
Machiavelli distingue tre tipi di principato che un governante può acquisire o mantenere: quelli ereditati, Novi (Nuovi) e Misti.
I 26 capitoli a loro volta analizzati possono essere suddivisi in altre 4 categorie come: i diversi tipi di principato e i modi su come ottenerli, questione delle Milizie, le qualità del principe, e la situazione italiana e il rapporto tra fortuna e virtù. Le buone qualità che devono accompagnare un principe alla vittoria e al successo sono l’essere temuti, Bilanciare le proprie aspirazioni, saper cogliere le occasioni e farle proprie, utilizzare la fortuna propria e degli altri a suo favore, non essere avido di potere sapendolo redistribuire e mantenendo allo stesso tempo il controllo per non farsi inghiottire. Machiavelli sostiene che un governante deve essere disposto a usare qualsiasi mezzo necessario per proteggere il suo potere, anche se questo significa utilizzare la violenza, la frode o l’inganno.
Studente dell’università degli studi La Sapienza di Roma, appassionato di filosofia, letteratura e copywriting.
Questi due principi sono i percorsi da seguire per il raggiungimento dei propri obiettivi, e dunque del piacere.
Nell’opera teatrale “A porte chiuse” Sartre mette in scena tre personaggi collocati all’inferno in una stanza apparentemente chiusa, senza finestre e specchi, in attesa di ricevere la loro punizione.
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