
Il tacchino induttivista
Il tacchino induttivista è una celebre metafora raccontata da Bertrand Russell allo scopo di portare alla luce le problematiche del metodo induttivo, molto utilizzato al suo tempo (primi del 1900).
Wittgenstein sosteneva che il linguaggio logico fosse l’unico a rispecchiare perfettamente la realtà, perché la struttura della realtà è composta da immagini logiche, dunque da fatti, che sono analizzabili solo tramite le proposizioni utilizzate dal linguaggio logico.
Per questo motivo era intenzionato a definire i limiti del linguaggio, perché se il linguaggio è l’unico a cogliere la realtà, allora definire i limiti del linguaggio significa definire i limiti del pensabile, significa capire se ciò che dico ha realmente un significato o meno.
Wittgenstein afferma che il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose. Questo significa che per lui il mondo sarebbe l’insieme di tutte le cose che succedono, tutte le cose che sono in movimento o in relazione con le altre nel mondo. Ad esempio “un gatto corre” oppure “il libro è sul tavolo”, sono appunto dei fatti. Mentre prendere solamente “gatto” o “libro” non è un fatto, ma una cosa.
I fatti sono sempre delle correlazioni tra più cose, non sono mai delle cose in sé prese singolarmente. Per questo possono esserci fatti più o meno complessi, e di conseguenza i fatti possono essere scomposti nelle parti che li compongono. Ad esempio dire “il coccodrillo mangia la mano di capitan uncino insanguinata” è un fatto più complesso di “il coccodrillo mangia”. E si può scomporre in due fatti: il coccodrillo mangia + la mano di capitan uncino insanguinata.
Tutti i fatti che accadono nel mondo possono essere analizzati tramite il linguaggio logico, in sostanza per Wittgenstein il linguaggio, per avere un significato, deve essere composto solo da proposizioni, proprio perché il linguaggio logico è formato da proposizioni, e deve sempre rispecchiare un’immagine del mondo reale, se il linguaggio non rispecchia un’immagine del mondo reale, allora non ha significato.
Sotto questo punto di vista, tutti i problemi filosofici perdono di significato perché non restituiscono un immagine del mondo, e siccome il mio linguaggio è limitato ai fatti che accadono nel mondo, parlare di etica e di Dio non è più qualcosa che riguarda la filosofia, ma sfocia nel misticismo.
Infatti lo stesso Wittgenstein portando questo pensiero alle sue estreme conseguenze dichiara che anche la sua opera, il Tractatus logico-philosophicus, è priva di senso, perché le proposizioni in essa usate non descrivono il mondo.
«Le mie proposizioni illustrano così: colui che mi comprende, infine le riconosce insensate, se è salito per esse – su esse – oltre esse. (Egli deve, per così dire, gettar via la scala dopo che v’è salito).»
(Ludwig Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus, 6.54)
Il tacchino induttivista è una celebre metafora raccontata da Bertrand Russell allo scopo di portare alla luce le problematiche del metodo induttivo, molto utilizzato al suo tempo (primi del 1900).
© COPYRIGHT – FILOSOFIA CONTEMPORANEA
copiare i contenuti presenti su questo sito è espressamente vietato secondo la legge sul copyright ai sensi delle legge 633/1941/2019 sul diritto d’autore.
Powered by Spacelions