
La libertà di pensiero e di discussione
John Stuart Mill nel suo saggio “La Libertà di Pensiero e di Discussione” dice che è di vitale importanza permettere la diversità e la libertà di espressione delle opinioni, qualunque esse siano.
Harriet Taylor è stata una Filosofa femminista e attivista inglese del XIX secolo e ha contribuito alla diffusione e Sviluppo del pensiero femminista liberale durante la prima ondata storica del femminismo. Dopo la morte del marito John Taylor, diventò la compagna del filosofo John Stuart Mill.
“La liberazione delle donne” è un saggio che parte da una riflessione storica di presa di coscienza della propria condizione di subordinazione, vista dalla Taylor attraverso i moti di Worcester (1850) dove le donne si riunirono per la prima volta in un vero e proprio congresso delle donne nella contea i Worcester in Ohio. In quell’evento stilarono una convenzione per i diritti delle donne che mette al centro la figura della donna nella sua individualità: educazione, istruzione, ruolo nella famiglia e nella collettività – cioè nel suo ruolo pubblico e privato. Un saggio elogiato da due importanti filosofi della storia della filosofia contemporanea Friedrich Nietzsche e Sigmund Freud.
La Critica femminista della Taylor parte nell’ambito di un contratto: il matrimonio. Nel quale la donna viene privata dell’autonomia ed è subordinata alla figura del marito all’interno della famiglia. La Famiglia diventa il primo luogo di discriminazione, perché alla donna è stata preclusa la possibilità di avere un ruolo decisionale al pari di quello dell’uomo, sia nella vita pubblica che in quella privata. In seconda battuta, la donna non poteva evitare di non contrarre un matrimonio pena l’esclusione sociale e affettiva della società e della sua famiglia. Il matrimonio, inoltre, faceva sì che automaticamente una volta contratto le donne dovevano pensare solo ed esclusivamente alla sopravvivenza propria e della famiglia, rinunciando a qualsiasi diritto sia ereditario sia decisionale.
Il secondo luogo della discriminazione è la vita pubblica, nei termini di lavoro e carriera. Alle donne sono concesse solo determinati tipi di carriere: quelle più umili e meno retribuite, come il lavoro in fabbrica non in modo paritario. Alcune carriere sono riservate esclusivamente agli uomini. La Taylor ci ricorda che le donne e i bambini venivano impiegati nell’estrazione di minerali nelle miniere e anche nell’industria manifatturiera durante la prima rivoluzione industriale. Molto tempo dopo, durante lo scoppio delle due guerre mondiali la situazione non cambiò di molto, con gli uomini al fronte, le donne rimasero sole nelle fabbriche a lavorare per la produzione di bombe, proiettili, approvvigionamenti per le truppe.
Il terzo luogo di discriminazione nella vita pubblica è quello dalla vita politica, la mancanza del suffragio universale e l’impossibilità di coltivare opinioni libere al centro dei dibattiti correnti che riguardano sia il corpo sia lo stato sociale della donna, è stato un altro tratto distintivo della affermazione del dominio maschile che decide di non tenere in considerazione più di metà dell’umanità. Questo argomento è stato trattato anche da John Stuart Mill nel suo saggio “l’asservimento delle donne”, scritto e dedicato alla Taylor e poi pubblicato dopo la morte di quest’ultima nel 1869.
Le richieste della Taylor si basano su richieste umane e su diritti che dovrebbero essere concessi a tutti in quanto diritti umani e fondamentali come: l’uguaglianza, l’anti paternalismo, la competizione per i guadagni, la sostenibilità della famiglia e della maternità non come forma di incompatibilità con il lavoro, il suffragio universale e altri punti di cardini di un “Walfare state” democratico ormai più che sviluppato. Al dominio maschile è imputabile lo snaturamento della condizione femminile, che porterebbe l’uomo a mantenere i propri privilegi senza nessun valore morale e oggettivo aggiunto. Constatando anche, come dirà più avanti Simone De Beauvoir, che alcune donne non desiderano l’emancipazione perché è bastato – come dice Nietzsche – “Convincere i deboli che è conveniente sottomettersi” e il debole è virtuoso perché si sottomette alle volontà del suo padrone, non capendo la condizione e la schiavitù in cui versa quella che Nietzsche chiama la malattia delle catene. La malattia degli uomini morali della società contemporanea, affermata nel dominio maschile.
Studente di filosofia all'università "La Sapienza" di Roma, appassionato di filosofia, letteratura e copywriting.
John Stuart Mill nel suo saggio “La Libertà di Pensiero e di Discussione” dice che è di vitale importanza permettere la diversità e la libertà di espressione delle opinioni, qualunque esse siano.
Marcuse specifica chiaramente il sistema dei bisogni nella società moderna, affermando che è l’apparato a imporre le sue esigenze economiche agli individui, e non il contrario.
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